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Dalitso e Miracle: una storia di speranza dallo Zambia

  • Immagine del redattore: Cristina Fazzi
    Cristina Fazzi
  • 5 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Quella che state per leggere è una storia vera. La condivido per far capire quanto sia difficile la vita di tante ragazze qui in Zambia, ma anche per mostrare che con sostegno e fiducia si può trasformare il dolore in speranza.


Una ragazza in difficoltà

Qualche tempo fa, una ragazza dello “Youth Friendly Corner”, mi ha chiamato in disparte.

“Badoctor, una mia amica ha un problema molto serio, è stata cacciata di casa.”

“Perché?” – chiedo io con curiosità e preoccupazione.

“È incinta. Quattro mesi. Ma non è colpa sua. Si chiama Dalitso. Vuole interrompere la gravidanza. Potresti parlarle, per favore?”

“Certo” – rispondo. E immediatamente mi attivo per incontrarla.

È una ragazza di 15 anni. Esile, timida, imbarazzata. Le faccio qualche domanda, cercando di metterla a proprio agio. Comincia a raccontare. Un ragazzo delle ultime classi delle superiori l’ha attirata con una scusa in un’aula isolata. Una volta dentro, insieme a un complice, ha approfittato della sua fiducia. Da quel giorno la sua vita è cambiata: ora è incinta, i genitori non l’hanno accolta e vive da una zia. Non può più andare a scuola, perché tutti la giudicano e la chiamano "second hand girl". Ma la colpa non è sua.


La solitudine delle vittime e il bisogno di sostegno

Di queste storie ne sento tante. Cambiano i dettagli, ma il risultato è sempre lo stesso: la comunità, e spesso la famiglia, puntano il dito sulla ragazza. Vittima ma allo stesso tempo responsabile di quanto accaduto. Questo, purtroppo, spesso succede ancora anche nei paesi occidentali.

È chiaro che, al di là delle convinzioni religiose, un’interruzione di gravidanza a 15 anni, al quarto mese, e al di fuori di una struttura sanitaria, sarebbe stata estremamente pericolosa per la sua vita.

Ho cercato di rassicurarla. Abbiamo parlato con la psicologa. Siamo riuscite a farle capire che lei era la vittima e che il vero colpevole era il giovane che aveva approfittato della sua fiducia e che andava denunciato. Essendo Dalitso minorenne, abbiamo coinvolto la famiglia. E non è stato semplice convincere la madre dell’innocenza della figlia.

È iniziato così un lungo percorso. La denuncia, accompagnata dall’evidenza della gravidanza, è stata presa in carico dalla Victims Support Unit della polizia, un reparto con cui collaboriamo molto e che si occupa esclusivamente di abusi e di persone vulnerabili, come minori e vedove. In tanti anni di esperienza in Zambia devo dire che, insieme ai servizi sociali, è per noi un riferimento importante e sempre disponibile.


Una nuova vita, una nuova speranza

Dalitso ha dato alla luce una bellissima bambina, che ha chiamato Miracle. Il giovane è in attesa di processo. La madre ha ripreso con sé la figlia, che ha ricominciato a frequentare la scuola. Noi l’abbiamo inserita nel nostro programma nutrizionale, per sostenerla con l’allattamento misto: così Dalitso può andare a scuola e la piccola è accudita dalla nonna durante le lezioni.

Storie come questa ne ho incontrate tantissime nei miei venticinque anni in Zambia. La gravidanza, che nei paesi occidentali è solitamente una gioia, qui può diventare motivo di disperazione. Tante ragazze rischiano di prendere decisioni drammatiche.

Quando dico che i nostri sono progetti socio-sanitari integrati, intendo proprio questo. Non possiamo limitarci a curare una malattia o a seguire una gravidanza: cerchiamo di intervenire anche nel contesto sociale in cui la persona vive. Ogni persona ha la sua vita, la sua famiglia, la sua comunità. Qualunque consiglio o sostegno non può prescindere da questo.


Oltre la clinica: educazione e diritti umani

Ogni nostro intervento avviene in collaborazione con le istituzioni locali e nel rispetto delle leggi che tutelano i minori. Purtroppo c’è molta ignoranza e chi non conosce i propri diritti spesso pensa di essere solo. È per questo che il nostro impegno nella formazione e informazione dei giovani è fondamentale. Sapere di essere tutelati e non essere soli è il primo passo per non cadere nella disperazione. In tale contesto, conquistare la fiducia di questi giovani è un dono immenso.


Insieme per trasformare il futuro

Questa è solo una delle tante storie che incontriamo ogni giorno. La gravidanza, che altrove è motivo di gioia, qui può trasformarsi in disperazione. Ma insieme possiamo cambiare le cose. Grazie a chi ci sostiene: insieme possiamo trasformare la vita di ragazze e bambini vulnerabili, aprendo strade di speranza, educazione e futuro.



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